Tour de France 2019, Quintana soddisfatto del percorso ma aggiunge: “Mi piacerebbe essere l’unico leader”
Il grande obiettivo di Nairo Quintana per l’anno prossimo sarà il Tour de France 2019. Il colombiano della Movistar, dopo un 2018 particolarmente avaro di soddisfazioni, con l’unica vittoria arrivata proprio in Francia nella mini-tappa del Col du Portet, ci riproverà l’anno prossimo sperando di poter sfruttare un tracciato favorevole agli scalatori. Attualmente impegnato nel ritiro con il resto della squadra a Gorraiz (Navarra), ha colto l’occasione per commentarlo.
“Il Tour è un’aspirazione, un sogno che continuerò a inseguire – rilancia Marca – Posso vincere tante gare, e ho vinto il Giro e Vuelta, ma il Tour è un sassolino nella scarpa che va tolto. Il Tour mi piace e mi ispira. Non mi sono spento, mi alleno con entusiasmo. In questa stagione ho avuto i numeri migliori della mia carriera, ma mi sono spento per due giorni che mi ha impedito di essere al mio meglio”.
Non è comunque facile archiviare questa stagione senza successi di peso: “Sembra che non ho fatto nulla. Non sono scomparso, stavo combattendo, ma non è stato l’anno migliore. Non era quello che mi aspettavo, ma ora è il momento di andare avanti e prepararsi per il prossimo anno”.
Innanzitutto, lui e il suo staff dovranno cercare di capire cosa è stato sbagliato quest’anno: “È un aspetto che dovrà essere analizzato per arrivare il prossimo anno in condizione Tour – aggiunge – che continuerà ad essere l’obiettivo principale“.
Entrando nello specifico, commenta così il percorso svelato nei giorni scorsi: “Mi piace il percorso, c’è tanta montagna e grande dislivello, mi favorisce. Ci sono forti rivali cresciuti negli ultimi anni e anche loro si alleneranno anche in altura per farlo bene. Io mi allenerò in Colombia. Dopo potrei fare la Vuelta, un altro obiettivo importante”.
Quintana commenta anche la sua nome di “succhiaruote” poco propenso ad attaccare per primo: “Mi fa ridere – aggiunge sorpreso – Se non può attaccare, non si può. Farlo a beneficio di altri è assurdo. Il Tour ho avuto anche un colpo di calore. Sono andato a ruota fino a quando non ho sofferto, ma io sono un ciclista offensivo. Colui che colpisce il primo bastone è colui che perde, perché tutto è controllato con i watt e tu sai quanto gli altri resistono a quel ritmo”. Giustifica quindi la sua condotta, in quanto sempre al limite e ben sotto controllo della tecnologia: “Senza ci sarebbe più spettacolo, però è normale sfruttare i progressi tecnologici” è il suo pensiero, aggiungendo che preferirebbe in ogni caso che “in gara fosse vietato”.
Gli avversari numero uno nel corso della prossima edizione saranno ancora gli Sky: “Thomas difenderà il titolo, ma Froome vuole vincere il suo quinto Tour per cogliere un record storico”. Per poterli contrastare, gli piacerebbe però avere il ruolo di capitano unico della squadra: “La squadra vuole vincere e avere due opzioni è sempre meglio, ma mi piacerebbe essere l’unico leader sostenuto dalla squadra. Alcune volte abbiamo dovuto condividere la leadership, ma ce la siamo cavata bene, siamo amici. Eusebio Unzue è a favore di distribuire le grandi corse tra diversi leader“.
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